Il susseguirsi di format televisivi simili ai reality show, per quanto si cerca di starne lontani, ci ha abituato ad entrare nelle case degli sconosciuti. Non ci si sorprende più di niente di quello che si vede in tv . È diventato normale entrare nelle giornate delle persone e per quanto sia chiaramente discutibile la veridicità e l’autenticità di quello che si vede, la vita quotidiana riscuote sempre un certo successo.
Se ci si identifica o, al contrario, ci si differenzia poco importa, tutto sta nell’inevitabile confronto tra la nostra vita quotidiana e quella di altre persone anche se poi si sa bene che quello che viene mostrato non corrisponde alla verità ma viene in qualche modo enfatizzato nei suoi aspetti positivi e negativi.
Nonostante ciò la pubblicità di un nuovo programma mi ha in qualche modo incuriosito e nello stesso tempo un po' turbato. “4 mamme” è un programma che ricalca trasmissioni televisive già note ma l’idea di mettere delle mamme sul ring pronte a giudicarsi senza alcun freno mi rendeva alquanto perplessa. Il giudizio di per sé è sterile e spesso lascia emergere il peggio di chi giudica, le sue paure e i suoi pregiudizi ed è veramente poco utile per chi viene giudicato che, spesso, non può far altro che difendersi.
Ancor più tra mamme dove, si sa, la battaglia spesso è già agguerrita anche quando non viene chiesto esplicitamente di giudicare il fare delle altre. Mi è sembrato decisamente esagerato che la tv entrasse in un campo così intimo e delicato quale quello della maternità.
Stavolta non c’è un’esperta che da consigli, o meglio c’è ma ha un ruolo del tutto marginale, le protagoniste sono le mamme, tutte alla pari, ognuna con la sua filosofia dell’essere mamma. In ogni puntata si fronteggiano madri completamente diverse tra loro, più o meno giovani, più o meno benestanti, più o meno in carriera, con uno o più figli, in coppia o separate. Ognuna trascorre con i figli l’intera giornata e le altre danno un voto generale e commentano dei momenti specifici (gioco, nanna e pappa). La mamma che vince potrà realizzare un desiderio dei suoi figli.
Le mamme osservano, criticano, fanno apprezzamenti, si confrontano. I toni inizialmente sono abbastanza aspri. Certi comportamenti vengono condannati senza margine di recupero (“non si mangia sul divano”, “non si dorme nel letto dei genitori”, “non si porta il pc a tavola”) ma poi c’è sempre un modo per recuperare gli “errori”. Le coccole vincono sulle regole non rispettate, la dolcezza compensa qualche concessione di troppo, le pungenti critiche sfociano quasi sempre in teneri incoraggiamenti.
Come se anche le famose esigenze televisive si piegassero di fronte al mestiere più difficile del mondo. Si lascia da parte l’astio e il litigio facile, tanto caro al gusto trash degli ultimi anni della nostra tv e alla fine ci si saluta in armonia e con degli insegnamenti in più tratti dalla vita delle altre che magari sfiorano il buonismo ma di fatto fanno emergere le risorse di ogni mamma.
Per quanto possa rappresentare una tentazione giudicare l’operato altrui, soprattutto per sentirsi rassicurate del proprio, alla fine la condizione di donne e madri pone tutte sullo stesso livello a prescindere dall’estrazione sociale, dall’età e dallo stile di vita: ogni mamma ama, lotta, ha dei dubbi, prova e a volte sbaglia. Alla fine il messaggio che emerge è quello che le mamme sanno già benissimo da sole. Non c’è un unico modo di essere mamma e soprattutto non c’è un modo perfetto di esserlo ma ognuna lo è a suo modo, con la sua storia, con le sue debolezze e i suoi punti di forza.
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