La mononucleosi nei bambini è una malattia particolarmente infettiva, spesso senza sintomi, che viene provocata da un virus della famiglia dei virus herpetici (l’Epstein Barr, o HBV) la cui diffusione avviene attraverso le goccioline di saliva emesse parlando. Oppure attraverso le bottiglie scambiate agli allenamenti o le merende scambiate a scuola. Senza dimenticare che i bambini non vanno baciati sulla bocca, né va permesso (orrore) che lo facciano i parenti. Insomma la mononucleosi è davvero difficile da evitare, se accanto ai nostri bambini c’è qualcuno che ha avuto la sfortuna di contrarla.
Mononucleosi bambini: Sintomi
L’incubazione della mononucleosi ha un’incubazione decisamente variabile: va dai 15 ai 45 giorni, e parte con quello che possiamo definire un malessere generale. Le tonsille crescono di dimensione e si coprono di placche, la febbre arriva e sale oltre i 38 gradi, i linfonodi cervicali ingrossano e diventando dolenti. E’ molto difficile inghiottire, a causa della gola in pessimo stato. A volte, lo stesso aumento di volume coinvolge anche i linfonodi di inguine e ascelle. Ma è soprattutto la stanchezza, il sintomo più importante e debilitante. In molti casi compaiono anche rash cutaneo, ittero, sudorazioni intense specie di notte, perdita di peso, piccoli puntini rossi sul palato, rigonfiamento delle palpebre, e più raramente esantema come quello del morbillo.
Nella maggior parte dei casi, però, tutti questi sintomi non sono presenti e il quadro clinico di chi contrae la malattia si presenta simile a quello di una persona affetta da influenza o faringite.
Mononucleosi nei bambini: bisogna preoccuparsi?
La mononucleosi nei bambini (a differenza degli adulti che spesso hanno complicazioni) di solito è un’infezione benigna che si risolve in una decina di giorni, grazie al sistema immunitario, e raramente l’infezione può dare complicanze. Infatti, l’ingrossamento dei linfonodi è proprio la spia che l’organismo reagisce all’aggressione del virus: al loro interno ci sono i linfociti B, globuli bianchi che, messi in allarme dall’arrivo dell’agente estraneo, si moltiplicano per arrestarne l’avanzata. A questo punto il sistema immunitario inizia a cercare di difendersi dalla mononucleosi producendo anticorpi per annientare il virus che, una volta superata la malattia, rimangono come memoria, regalando un’immunità permanente. Questo significa che una volta contratta, non potrà più tornare.
Mononucleosi nei bambini: come si cura
Tanto tanto risposo, per curare la mononucleosi nei bambini, mentre i farmaci sono davvero ridotti all’osso: si parte con il paracetamolo per abbassare la febbre e collutori antisettici per ridurre il mal di gola. E’ fondamentale aumentare l’idratazione dando da bere tanta acqua, perché una febbre alta può portare alla disidratazione, mentre è importante preferire cibi freschi e morbidi, che diano fastidio alla gola infiammata.
Mononucleosi nei bambini e milza
Qualche accortezza in più anche durante la convalescenza: la mononucleosi induce un ingrossamento della milza che, soprattutto tra gli adolescenti può essere importante. L’organo è perciò meno protetto e quindi si consiglia di evitare la pratica di sport che implicano un contrasto fisico (calcetto, per esempio) per almeno un mese dopo la guarigione: eventuali traumi possono provocarne la rottura”.
Mononucleosi nei bambini: quali esami effettuare
In genere la mononucleosi nei bambini viene diagnosticata in base ai sintomi: ma si possono aggiungere il tampone orofaringeo, ovvero il prelievo di un piccolo campione dell’essudato delle tonsille che identifica se l’agente in questione è un batterio (lo streptococco).
I Test specifici per la diagnosi di mononucleosi sono invece il monotest che scopre se ci sono anticorpi eterofili e, in caso di una sua negatività, è utile la ricerca nel sangue di anticorpi anti EBV: le IgM, indice di infezione recente che confermano che l’infezione è in atto e le IgG , indice di infezione pregressa che permangono per tutta la vita.
Come prevenire la mononucleosi nei bambini?
L’aspetto più importante ma anche complesso della mononucleosi resta senza dubbio quello della prevenzione. A tal riguardo, è opportuno evitare il contatto (fisico o di oggetti) quando la malattia è conclamata. La mononucleosi si previene vivendo in ambienti puliti ma soprattutto rafforzando il proprio sistema immunitario. Proprio per questo è bene fare una regolare attività fisica, seguire una dieta equilibrata e bere molta acqua, integrando con la giusta dose di vitamine e minerali.
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