Sin dall’allattamento, il cibo diviene un oggetto privilegiato dell’infanzia, in grado di nutrire sia la pancia sia il cuore dei più piccoli. L’atto nutritivo si traduce quindi in un atto d’amore, che contribuisce a creare la prima intima comunicazione tra mamma e figlio. Non è perciò un semplice scambio di cibo materiale, veicolo di “sostanze proteiche”, che soddisfa il bisogno primario della fame: è molto di più per un bambino, è “mamma non ti chiedo solo il cibo, ma anche l’amore, la tua presenza”. Sfamami – domanda il figlio – che è anche un gioco di parole capace di evidenziare come cibo e amore siano intimamente interconnessi. Ecco perché il bambino può scegliere proprio il cibo e il momento della tavola per comunicare malesseri, dubbi, paure, fatiche evolutive e servirsi del corpo e di condotte alimentari sregolate per raccontare di sé. Infatti, i disordini alimentari veicolano un messaggio rivolto all’adulto: l’obiettivo è capire il significato unico e profondo che ne attribuisce il proprio figlio.
Innanzitutto può essere utile, per i genitori che nutrono preoccupazioni, sapere che esiste una differenziazione clinica tra disagio e disturbo alimentare. I disagi (bizzarrie alimentari, selettività, inappetenza, rigurgiti frequenti) sono condotte transitorie che si manifestano in una specifica fase dello sviluppo, per poi essere abbandonate, e non comportano compromissioni sul piano della salute e della crescita. Sono espressioni di un malessere del bambino, talvolta in relazione all’ambiente familiare e alle sue politiche educative, che si traducono in messaggi depositati nelle mani dell’adulto, alla ricerca quindi di un interlocutore disponibile ad accoglierli e a incominciare un dialogo. Insomma campanelli d’allarme che è bene riconoscere, ascoltare e tradurre. Quando si parla di disturbi (pica, disturbo della ruminazione, anoressia, obesità, iperfagia) ci si riferisce, invece, a quadri sindromici caratterizzati da comportamenti alimentari più rigidi e strutturati: condotte di opposizione, rifiuto, voracità che perdurano nel tempo e che rimandano a una profonda sofferenza psicologica. Oltre alla sfera alimentare, si riscontrano infatti compromissioni in altre aree dello sviluppo (come sonno, condotta e socialità) o in determinati ambiti, quale la scuola. Inoltre è possibile osservare, in alcuni bambini, una pericolosa incidenza nelle curve di crescita.
Un’elevata conflittualità può caratterizzare le relazioni familiari, cariche di ansia e preoccupazioni, se non addirittura angoscia. I genitori cercano risposte e analizzano i propri comportamenti: “Perché proprio mio figlio? È colpa nostra? Cosa abbiamo sbagliato?”. È importante chiarire che non esiste un rapporto causale tra un bambino che non mangia o mangia troppo e i comportamenti di mamma e papà. C’è piuttosto un’implicazione, che richiede di poter rispondere a un appello. Il piccolo infatti sceglie il cibo per protestare, selezionare, rifiutare e opporsi, capire quale posto abbia nel desiderio e nel cuore dei genitori. L’anoressia infantile è come un urlo: “Non sono solo un corpo da riempire, ma un soggetto da desiderare e amare!”. Il rifiuto alimentare è una forma di protesta che cela una domanda d’aiuto, in attesa di un interprete capace, di uno sguardo, di un ascolto sincero. E se è vero che i disturbi alimentari comportano fatiche e difficoltà, è altrettanto vero che madre e padre possono contribuire in modo prezioso: con il coraggio di osservare e ascoltare i figli, interrogarsi e trovare le strategie più adatte per sciogliere insieme i loro nodi. In queste situazioni, infine, è spesso importante rivolgersi a un professionista, che possa sostenere anche i genitori e senza colpevolizzarli.
Vi aspettiamo al Convegno Nazionale dell’Associazione, dedicato proprio ai disordini alimentari in età evolutiva, aperto a tutti gli interessati, che si terrà a novembre in modalità online. Per informazioni: info@pollicinoonlus.it.
Lettura consigliata
“SFAMAMI. Attualità della clinica psicoanalitica dei disordini alimentari in età pediatrica. 10 anni dopo” (a cura di P. Pace, Edizioni Mimesis, 2021).
Il libro offre uno sguardo clinico, ampio e aggiornato, sui disordini alimentari in età pediatrica e allo stesso tempo riconosce il valore dell’ascolto della preoccupazione genitoriale.
Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
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