Al giorno d’oggi, una delle preoccupazioni dei genitori può riguardare il tema della con-pulsione, in particolare durante il periodo dell’infanzia: mamme e papà si interrogano per l’insistente esigenza di soddisfacimento del figlio o della figlia che si manifesta in comportamenti che, talvolta, rendono difficile l’espletamento del ruolo genitoriale. Ma cosa si intende per “con-pulsione”? E come si presenta in infanzia?
Secondo il padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, il funzionamento pulsionale esiste fin dalla nascita e si esprime, ad esempio, con la suzione del dito del neonato, che ricerca una forma di piacere senza uno scopo diretto, come quello di saziare la fame. In psichiatria, invece, le compulsioni sono spesso associate alle ossessioni all’interno del quadro clinico definito Disturbo Ossessivo Compulsivo: il comportamento infantile con-pulsivo di cui parliamo, però, difficilmente presenta il binomio di ossessione e compulsione.
Si tratta quindi e piuttosto di un fenomeno non necessariamente psicopatologico, che però richiede attenzione, in quanto possibile segnale di vulnerabilità evolutive specifiche.
In questi casi, frequentemente i genitori descrivono il proprio figlio come tormentato dalla necessità di un soddisfacimento immediato: il bambino fa loro richieste più o meno esplicite, oppure mette in atto in comportamenti volti ad ottenere qualcosa. Tali richieste possono essere percepite come capricci, così insistenti e ripetitivi che i genitori spesso faticano a contenerli: si tratta infatti di bambini a cui “non basta mai”. Durante la prima infanzia, per esempio, poiché lo svezzamento rappresenta una fase di passaggio piuttosto critica, i piccoli possono ricorrere ad un uso distorto dell’atto alimentare: avendo perso il piacere dell’allattamento al seno materno, è possibile che aumentino la domanda di cibo. Tuttavia, la soddisfazione di questa richiesta non sempre li calma: infatti, non di rado vengono considerati “bambini troppo”, perché troppo rumorosi o petulanti, che costringono i genitori ad affannarsi dietro ad una richiesta insistente.
Più avanti, tra 1 e 3 anni di vita, iniziano ad emergere nuovi tratti e caratteristiche dello sviluppo e, di fronte alle mamme e ai papà, possono fare capolino i cosiddetti “bambini iper”, ossia ipercinetici. Sono bambini molto vivaci che, ad esempio, non stanno fermi, mettono tutto in bocca, cantano mentre la maestra spiega il gioco oppure continuano a muoversi quando sono in fila con i compagni. Spesso, questi stessi bambini faticano durante il momento della nanna e si addormentano solo a contatto con l’educatore.
Durante la seconda infanzia (3-5 anni) e la fanciullezza (6-8 anni), potrebbe invece aumentare la richiesta di cibi golosi, per esempio le bibite gassate o i dolci, frequentemente vietati dai genitori. Si presenta anche la novità del videogioco: questo potrebbe assumere una valenza compulsiva, qualora si ripeta incessantemente e riproponga una forma di soddisfazione che isola il bambino dal contesto relazionale. Talvolta, inoltre, la pulsione può localizzarsi e fissarsi nell’area genitale: in questi casi, i piccoli faticano a regolare la minzione e/o ricorrono all’autoerotismo con una frequenza sistematica e una modalità insistente, da distinguersi dal momento fisiologico di scoperta del proprio corpo.
Queste sopradescritte sono alcune forme sintomatiche dell’infanzia con-pulsione, che possono quindi rimandare a un disagio del bambino, a fatiche nei contesti di crescita, ad aspetti particolari del legame genitori-figli.
Meritano sicuramente lo sguardo premuroso di mamma e papà e, nel caso, anche un’attenzione clinica che accolga e comprenda tali sintomi come espressione di una vulnerabilità e non solo come un comportamento da correggere. Per questo, l’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus è disponibile all’ascolto attraverso il Numero Verde e la possibilità di fissare un primo colloquio gratuito.
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