Da tempi antichi le fiabe permettono a grandi e piccini di entrare in universi fantastici, dalle narrazioni orali attorno ai focolari alla lettura di libri nei salotti, fino ad arrivare nelle televisioni delle nostre case sotto forma di film d’animazione.
E allora ci chiediamo: “Qual è il valore delle fiabe? Quale è il segreto della loro immortalità?”.
Innanzitutto, le fiabe parlano un linguaggio universale in grado di raggiungere le emozioni e i pensieri di qualsiasi destinatario, indipendentemente da quali siano l’età, la cultura e l’appartenenza sociale.
In un racconto fiabesco veniamo trasportati in un mondo in cui accadono avvenimenti straordinari, come animali che parlano o trasformazioni magiche. Ed è proprio questo mondo, così lontano dalla nostra realtà ma allo stesso tempo capace di parlarci delle grandi tappe dell’esistenza umana e delle dinamiche che ogni giorno siamo abituati ad affrontare, che può aiutare l’individuo a dare un significato a ciò che vive.
Quante volte, quando fuori è buio e la mamma o il papà stanno rincalzando le coperte, nella cameretta è risuonata la frase “Mi racconti una storia?”, a testimonianza del desiderio del piccolo di compiere un viaggio attraverso l’immaginazione e la fantasia.
Oggi, raccontare fiabe ai bambini è diventato quasi fuori moda, un passatempo superato, ma, a maggior ragione in una società sempre più tecnologizzata e accelerata, può rappresentare un momento speciale e significativo per il rapporto tra genitore e figlio che deve essere preservato. Infatti, il tempo e lo spazio che l’adulto dedica al bambino nella lettura di una favola sono un’occasione preziosa per stare insieme e per stabilire un rapporto di vicinanza: il genitore è lì per lui, è presente fisicamente e affettivamente, lo tocca, lo guarda e gli sorride. E così, mentre il racconto scorre nelle parole sussurrate dalla mamma o dal papà, il piccolo può godersi questo gesto d’amore ricco di affetto.
Non è raro che un genitore rinunci a raccontare alcune fiabe classiche o si sforzi di trovare quella giusta per il figlio. In realtà, ogni storia può rappresentare un’opportunità per il bambino di conoscere e sperimentare le tematiche universali con cui ogni soggetto si deve confrontare, dal bisogno di essere amati e considerati alla sensazione di essere soli o inadeguati, dall’angoscia della separazione alla paura di perdere qualcuno. Naturalmente, di fronte ai punti più spaventosi della favola, il genitore è lì, pronto a rassicurare il figlio e ad accogliere le sue paure.
Durante l’ascolto, il bambino si rende conto che i protagonisti della storia vivono le sue stesse difficoltà e può così identificarsi nel personaggio in cui più si riconosce e indossare le vesti di eroi ed eroine, in modo da acquisire la forza e il coraggio per superare le sfide della crescita. Ovviamente, mamma e papà hanno un ruolo fondamentale perché aiutano il piccolo a trasportare le situazioni fantasiose nella realtà e a dargli un significato; infatti, anche il tempo dedicato al rispondere alle domande curiose e creative del figlio o della figlia è un momento di valore da non sottovalutare. E attraverso la gamma di emozioni vissute dai personaggi, anche il bambino può esplorare ed elaborare le proprie, sia positive sia negative.
Non dimentichiamoci poi dell’importanza delle fiabe come ambiente di apprendimento privilegiato: questa attività, oltre che stimolare l’immaginazione e la creatività, va ad agire sui processi di alfabetizzazione. Il piccolo ascoltatore può familiarizzare con il materiale narrativo, sia scritto sia orale, e sperimentare un primo incontro con quelle che sono le regole e le caratteristiche della lingua, come la coerenza di un testo o l’organizzazione strutturale, che poi consoliderà durante il suo percorso di crescita e di cui diventerà esperto “da grande”.
Infine i bambini, soprattutto se piccoli, hanno bisogno di scandire le loro giornate in tempi definiti e, quindi, leggere o raccontare le favole, inventate sul momento o recuperate dalla memoria, può diventare un rituale fondamentale che ha la funzione di favorire uno stato di calma e tranquillità che prepara i figli ad entrare nel mondo dei sogni.
In conclusione, anche se spesso immersi in vite sempre più frenetiche in cui si ha la sensazione di “non avere mai tempo”, ritagliare questo piccolo ma speciale momento rappresenta un tempo di qualità dal grande valore per il bambino, ma anche per il genitore.
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