Ci sono dei periodi nel corso dell’anno in cui soffro decisamente della sindrome di Peter Pan e il carnevale è uno di questi! L’ho sempre adorato: costumi, stelle filanti, coriandoli, risate, voglia di divertirsi e dolci...tanti dolci che variano da regione in regione ma tutti accomunati dall’essere fritti!
Chiacchere (o cenci come si dice dalla mie parti), frittelle di riso, zeppole, strufffoli e tanti altri. E come si può resistere a tanta bontà! Ma dobbiamo? Forse no. Vi stupirò infatti dicendovi che in realtà non sono così dannosi. In generale il cibo fritto accelera l’attività ormonale e metabolica del fegato, favorisce la digestione stimolando la cistifellea e, grazie al rapidissimo shock termico, conserva tutte le proprietà nutritive caratteristiche del cibo crudo.
Non dimentichiamoci comunque che stiamo parlando di un alimento grasso e, nel caso dei dolci caratteristici del carnevale, anche ricco di zuccheri quindi è bene mangiarli ma senza abusarne. Inoltre, perchè tutto ciò che ho detto sia valido, deve essere fatto “a modino”. Ci sono infatti delle “leggi” da dover rispettare per poter parlare di fritto sano. Innanzitutto utilizzare olio extra vergine di oliva oppure olio di arachidi i quali, avendo un punto di fumo più alto, si deteriorano più difficilmente alle alte temperature. Sono inoltre ricchi di acidi grassi monoinsaturi differentemente dall’olio di semi ricco di acidi grassi poliinsaturi. L'olio deve essere utilizzato per una singola frittura (15-20 minuti) e soprattutto è vietato aggiungere olio nuovo a quello già utilizzato. La temperatura deve essere di 160-180 gradi ed è importante mantenerla costante.
Temperature più alte infatti alterano le molecole dell’olio portando alla formazione di sostanze estremamente tossiche quali l’acroleina e l’acrilamide. L’ideale sarebbe infatti utilizzare una friggitrice. Detto ciò vado a mangiarmi una gustossisima frittella, mi fate compagnia?
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