L’arrivo del primo figlio è un momento magico e insieme delicato: in un tempo abbastanza breve è richiesto alla coppia di rompere un equilibrio ormai consolidato e soprattutto, di ricostruirne uno da nuovi presupposti. Il passaggio da due a tre porta con sé una serie di trasformazioni che riguardano tanti aspetti, come ad esempio la costruzione di un’identità come mamma e papà e in generale una nuova gestione del tempo e della routine familiare.
L’arrivo di un altro bambino, che sarà il fratellino o la sorellina del figlio che c’è già, non è tuttavia da meno, sia sul piano della sorpresa e della felicità sia sul piano delle sfide da affrontare: passare da tre a quattro implica altri e diversi cambiamenti, non sempre facili da gestire. Certamente una seconda gravidanza può essere accompagnata da una maggiore consapevolezza, ma è possibile che emergano nuovi pensieri, così come nuovi dubbi e quesiti, che la renderanno diversa dalla prima; la gravidanza è, in questo senso, sempre una prima volta. Ma chi, in questa ulteriore espansione familiare, ha a che fare con più sfide? È difficile da dire, perché ogni membro della famiglia può incontrare emozioni, risorse e difficoltà diverse.
Il primo pensiero dei genitori va spesso al primogenito: come prenderà la nuova nascita? Come dirglielo? Come reagirà? Già questo è un tema importante e che può suscitare una certa apprensione. Non esistono parole magiche, ogni bambino è unico e avrà probabilmente una reazione diversa. Non va però assolutamente sminuito l’evento e obbligato il bambino ad allinearsi alla prospettiva di mamma e papà, che certamente possono considerare il nuovo arrivo come un dono: al contrario, questo può essere un momento molto difficile per il primogenito, che in tal caso deve essere accompagnato nell’elaborazione della nuova situazione. Ad avere effetto sarà quindi la possibilità di coinvolgerlo fin da subito, rendendolo partecipe prima, dopo e soprattutto durante i primi momenti di vita del fratellino o della sorellina.
I genitori devono poi fare i conti con tante aspettative: ci si immagina già una possibile amicizia tra i due fratelli, specialmente se con pochi anni di distanza; li si vede già crescere insieme, tenendosi compagnia; oppure, se c’è un maggiore scarto di età, si spera che il grande aiuterà il piccolo, gli starà accanto e lo indirizzerà diventando un suo modello di riferimento. In realtà non è così automatico che avvenga tutto ciò, ogni bambino ha le sue esigenze e i suoi bisogni ed è normale e fisiologico che si crei qualche rivalità!
Di fronte a dispute e conflitti dei figli spesso i genitori si arrabbiano e non li accettano di buon grado, anche perché rendono ancora più difficile gestire il tempo e le attenzioni. I litigi tra fratelli, tuttavia, rappresentano momenti di crescita, di confronto e di conoscenza reciproca: certo, è bene che vi siano lo sguardo e l’attenzione degli adulti, ma questi conflitti possono anche avere un importante valore evolutivo!
Con l’arrivo di un nuovo figlio, poi, mamma e papà possono sentire un forte senso di colpa nel dover “togliere” del tempo al primogenito per dedicarlo a chi, anche naturalmente, ha un bisogno maggiore di ricevere cura e premura. Va però tenuto presente come lo scopo non dovrebbe essere quello di dividersi, ma di donarsi a entrambi in modo differente. Non è esattamente vero che si amano tutti i figli allo stesso modo: l’amore infatti è differenziato, perché ognuno occupa un posto unico e speciale nel cuore di mamma e papà.
Per quanto riguarda il punto di vista del bambino, con l’ingresso in scena del nuovo arrivato, l’aspetto più difficile è probabilmente la condivisione in termini generali. Una condivisione che riguarda tutto, nel senso di uno spazio sia fisico sia mentale: il fratellino o la sorellina prendono e usano i giocattoli ma anche, appunto, le attenzioni, cose che prima erano esclusive. I primi tempi possono essere difficili e, come già accennato, non sono infrequenti liti e capricci; per i genitori vale anche in questo caso quanto detto prima, ossia l’importanza di riconoscere e avere consapevolezza della difficoltà di questo periodo di transizione, così come della sua preziosità. In questa direzione, può essere di sollievo dare uno sguardo al futuro e tenere a mente che avere un fratello – in quanto primo e stretto rapporto tra pari – è un’esperienza indiscutibilmente ricca di vantaggi, che magari si riveleranno un po’ alla volta.
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