Il cordone ombelicale è quell’organo che collega il bimbo alla placenta ed è un importante mezzo di passaggio del sangue ricco di ossigeno e nutrienti di cui il feto ha bisogno per crescere nella pancia della mamma.
Dove è attaccato il cordone ombelicale?
La sua lunghezza media è di circa 50 centimetri. Il cordone ombelicale ha origine dalla placenta della madre per cui il sangue che lo attraversa è spesso chiamato anche "sangue placentare", oltre che "sangue del cordone ombelicale".
Esso viene reciso alla nascita e ne viene lasciato un piccolo pezzettino (moncone) attaccato alla pancia del bambino; quest’ultimo si seccherà e cadrà da solo nell’arco di due settimane circa…ma nel frattempo come curarlo?
Cordone ombelicale: cura e igiene
La cura e l’igiene del moncone ombelicale è importante in quanto se ne faciliterà il distacco e in secondo luogo è fondamentale per evitare l’instaurarsi di infezioni. Il cordone rimasto non ha fibre nervose, manipolarlo non farà alcun male al bambino; esso subirà un vero processo di disidratazione (o mummificazione) cambierà diverse volte colore, si passerà da un verde-giallastro al nero, la medicazione del cordone va fatta un paio di volte al giorno, o comunque ogni volta che la si vede sporca o bagnata.
Cura cordone ombelicale: come medicare il cordone ombelicale
Come disinfettare il cordone ombelicale
1. Lavarsi accuratamente le mani con acqua e sapone sia prima di procedere alla medicazione del cordone ombelicale, che dopo averla effettuata;
2. Togliere il pannolino e la medicazione precedente e procedere alla detersione dalla base del cordone ombelicale per tutta la sua lunghezza, attraverso una garza sterile imbevuta di alcol o disinfettante;
3. Ripetere l’operazione con una garza asciutta per asciugare bene eventualmente tutta la zona del cordone ombelicale;
4. Rimettere il pannolino pulito lasciando il cordone fuori, più prende aria e prima si asciuga;
5. Una volta caduto il moncone del cordone ombelicale(evento che deve avvenire spontaneamente evitando trazioni), la ferita va continuata a medicare per alcuni giorni fino alla completa cicatrizzazione.
Cura cordone ombelicale: quando preoccuparsi?
Se si nota arrossamento e gonfiore nella zona intorno all’inserzione del cordone, se si verifica la presenza di pus o comunque secrezioni giallastre maleodoranti, se insorge febbre nel bambino o se passate 3-4 settimane il cordone non si è ancora staccato.
In questi casi è sempre bene consultare il pediatra, perché potrebbe esserci un infezione ed è importante intervenire tempestivamente per evitarne la diffusione.
Come donare il cordone ombelicale
Il sangue del cordone ombelicale, detto anche "sangue placentare", è il sangue che rimane nei vasi sanguigni del cordone ombelicale e della placenta al termine del parto. In passato esso veniva eliminato insieme alla placenta. Alla fine degli anni '70, alcuni ricercatori hanno scoperto che il sangue cordonale è ricco di cellule staminali emopoietiche, simili a quelle presenti nel midollo osseo. Le cellule staminali emopoietiche generano i globuli rossi (che trasportano l’ossigeno ai tessuti), i globuli bianchi (che combattono le infezioni) e le piastrine (che contribuiscono alla coagulazione del sangue).
Quali sono le fasi della donazione del sangue del cordone ombelicale?
Ci sono diverse fasi nella donazione del sangue del cordone ombelicale:
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la raccolta del consenso informato e dei dati sanitari dei futuri genitori;
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la raccolta del sangue cordonale da parte di personale sanitario abilitato;
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la conservazione del sangue cordonale in una struttura chiamata banca del sangue cordonale;
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l’utilizzo del sangue cordonale per la cura di alcune malattie e lo sviluppo della ricerca.
Perché è importante donare il sangue del cordone ombelicale?
Il sangue del cordone ombelicale rappresenta una risorsa preziosa per la cura di gravi malattie del sangue e del sistema immunitario, come:
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le leucemie
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i linfomi
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alcune forme di talassemia
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alcuni tipi di immunodeficienza
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alcune malattie metaboliche: è stato finora prevalentemente usato per curare i bambini e gli adulti di basso peso corporeo, dato il numero relativamente limitato di cellule staminali contenute in una donazione.
Attualmente però, grazie al trapianto contestuale di due unità di sangue cordonale, viene utilizzato con maggiore frequenza anche per curare pazienti di peso corporeo elevato. Quando non è utilizzabile per il trapianto, il sangue cordonale può essere utilizzato per la ricerca.
Qual è il rapporto tra sangue del cordone ombelicale e trapianto?
Per i pazienti che non hanno un donatore familiare compatibile, il sangue cordonale donato rappresenta un’efficace alternativa al trapianto di midollo osseo. A fronte di qualche svantaggio legato al numero relativamente limitato di cellule staminali, il sangue cordonale offre, infatti, importanti vantaggi rispetto al trapianto di midollo osseo:
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il suo prelievo non comporta rischi né per la partoriente, né per il neonato, in quanto viene raccolto dopo che il cordone ombelicale è stato reciso;
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è immediatamente disponibile e quindi riduce i tempi di attesa per il trapianto;
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è più facilmente compatibile;
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riduce il rischio di trasmissione di infezioni virali dal donatore al ricevente; il successo del trapianto dipende, oltre che dal livello di compatibilità fra donatore e ricevente, dal numero di cellule staminali trapiantate.
Per tale ragione le banche del sangue cordonale congelano solamente le donazioni che presentano un maggior numero di cellule (circa 1/3 delle unità raccolte). Le donazioni di minor volume possono essere usate a scopo di ricerca scientifica. Attualmente sono disponibili in tutto il mondo circa 400.000 donazioni conservate in circa 100 banche (gli Spedali Civili di Brescia afferiscono alla banca cordonale della Regione con sede a Pavia). Per garantire ottimi livelli di compatibilità e elevate dosi cellulari è necessario raddoppiare l’inventario mondiale.
Perché il sangue cordonale è utile per la ricerca ?
Il sangue cordonale, quando non contiene un numero sufficiente di cellule staminali, può essere utilizzato per la ricerca. Scopo principale è approfondire lo studio delle funzioni delle cellule staminali, identificare la causa di gravi malattie e promuovere lo sviluppo di nuovi farmaci per il loro trattamento.
La donazione del sangue del cordone ombelicale può essere differenziata in base al destinatario
Donazione Allogenica (Solidaristica)
Consiste nel donare il sangue del cordone ombelicale del neonato per chiunque ne abbia bisogno e risulti compatibile.
I dati relativi alle donazioni confluiscono in un Registro nazionale del sangue cordonale che è collegato ai Registri internazionali dei donatori di midollo osseo. In questo modo, qualunque paziente abbia bisogno di un trapianto di cellule staminali emopoietiche può trovare un potenziale donatore compatibile anche dall’altra parte del mondo.
Sono circa 13.000 in tutto il mondo i pazienti che ogni anno hanno bisogno di un trapianto di cellule staminali emopoietiche. Circa un quinto di questi pazienti sono trattati attualmente con il sangue cordonale.
La conservazione allogenica del sangue cordonale è gratuita.
Donazione Dedicata
Consiste nel donare il sangue del cordone ombelicale per uso dedicato a un consanguineo del neonato, nel caso in cui sia affetto da una malattia che può essere curata con cellule staminali cordonali.
E' necessaria la certificazione rilasciata da un medico specialista (Pediatra, Oncologo, Ematologo, Genetista) attestante l'appropriatezza della conservazione dedicata per la patologia dichiarata.
Donazione Autologa
Consiste nel donare il sangue cordonale per uso riservato esclusivamente al neonato.
La conservazione ad uso autologo è possibile presso Banche del Sangue all'estero.
I costi inerenti alla conservazione autologa del sangue cordonale sono a carico del richiedente.
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