C’è un istante, è solo un attimo ma ti resta dentro per sempre. È quello in cui scopri che non sei più sola, in cui hai la certezza che un essere, infinitamente piccolo, porterà nella tua vita un cambiamento infinitamente grande.
È quell’istante in cui ti metti seduta con il test in mano, in silenzio, o inizi a correre per casa gridando, o semplicemente ti specchi, per vedere com' è il viso della madre di tuo figlio. E immagini, per un attimo, che il riflesso che hai in fondo agli occhi sia proprio lui, così profondamente nascosto eppure già così presente.
E il tuo corpo diventa importante, anche se magari te ne sei sempre presa poca cura, perché devi essere forte, perché vuoi essere bella, perché ti prepari all’appuntamento più importante della tua vita.
E passi il tempo a chiederti come sarà guardarlo per la prima volta, quale sarà il suo profumo, di che colore avrà gli occhi. Vorresti che questo viaggio non finisse mai, perché hai paura, eppure vorresti che il tempo passasse in un lampo, per prenderlo in braccio e scoprire se ha la tua bocca, o se quando sorride assomiglia al suo papà.
Ho passato mesi a sognare il viso dei miei figli, a immaginare Tommaso e Matilde, ad ascoltare la musica che avrebbe potuto accompagnare meglio il loro viaggio, a mangiare sano per farli crescere forti, più forti della loro mamma.
Ho smesso di fumare e i mojitos sono diventati un ricordo e con il lime ho iniziato a preparare i dolci. Per la prima volta ho accettato il mio corpo, con cui lotto da tutta la vita, e nonostante tutto mi specchiavo e pensavo di essere bellissima.
Era come se una luce m’illuminasse da dentro.
Non ho mai riso così tanto.
Non ho mai pianto così tanto.
Io che ho passato la vita a correre, con il tempo sempre ridotto all’osso, mi regalavo docce lunghissime, e mentre l’acqua mi scorreva addosso e la mia pancia vibrava per i calci dei figli, sognavo.
Sognavo mentre mi pettinavo davanti allo specchio appannato, mi sentivo bambina anche se stavo per fare il salto più grande di tutti, e mi preparavo ad essere mamma. Forse sarà stato per questo che ho iniziato ad usare Mustela: la stessa che la mia mamma usava con noi quando eravamo bambini, e il suo solo profumo mi riportava indietro nel tempo.
Era un odore che mi faceva sentire sicura e curata, un abbraccio dolce e tenero, quasi una carezza al mio corpo che cambiava. E proprio il profumo di Mustela è stato quello che hanno avuto i miei figli, quando finalmente li ho avuti tra le braccia e mi sono presa cura di loro.
Ed è sognando loro, che ho capito che se non avessi iniziato ad amare me, non sarei riuscita ad amare nessun altro.
(Questo post è offerto da Mustela!)
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