Quante cose sono cambiate da quando noi eravamo bambine? Io sono circondata di persone che non fanno che gloriarsi di tutto quello che sanno fare i figli con gli smartphone: ma se dessimo loro una penna e una musicassetta, saprebbero cavarsela? Perchè quando eravamo piccole noi, vivere era un'arte. Arte varia, diremmo, ma arte: ed ecco le cose in cui eravamo davvero bravi.
L’arte di fare fotografie
Non c’erano prove, non c'era selfie, non si poteva fotografare 50 volte la stessa cosa. Noi bambini sapevamo che la macchina fotografica era preziosa e le foto non potevano essere sprecate. Eppure che emozione se per una volta ci facevano fare una foto! Di solito capitava ai compleanni, quando l'addetto (adulto) alle fotografie ti consegnava la macchina del desiderio che pesava quanto e ci spiegava come fare, per essere anche lui una volta nell'inquadratura. Ovviamente il risultato si scopriva mesi dopo, perchè le foto di Natale le vedevi a Pasqua: e a me, per anni, mi hanno chiamata Robespierre. Perchè non ho mai lasciato una testa intera in una foto. Ma tanto lo si sapeva sempre a mesi di distanza. P
L’arte di cambiare canale
Quando eravamo piccoli, e potevamo guardare la tv, c’era sempre l’addetto al cambio canale: il fratello sfigato che o perché più buono, o perché più vicino alla tv, doveva alzarsi per andare a toccare il tastino sotto allo schermo. Certo, non è che la scelta fosse varia: 6 canali, di cui solo uno con i cartoni animati. Convincere qualcuno a farlo al posto nostro, significava avere una stupefacente tecnica oratoria. Conosco avvocati che hanno cominciato così.
L’arte del farsi la doccia calda
Voi avevate per caso il metano? Da me c’era lo scaldabagno, che aveva una quantità di acqua calda ovviamente limitata. E in ogni casa vigeva il detto: beati gli ultimi, se i primi sono onesti. La velocità nel farsi la doccia era inversamente proporzionale al turno. Il primo ci stava venti minuti, l’ultimo era fuori in meno tempo di un cambio gomme della Ferrari.
L’arte di riavvolgere la cassetta con la penna
Era l’incidente più classico di tutti: il nastro usciva, magari tirato dal fratello piccolo, e noi con santa pazienza lo riavvolgevamo tutto con l’aiuto di una penna. Non si buttava mai una musicassetta, perchè poi chissà quando ne avrebbero comprata un'altra. Solo per polsi fermi.
L’arte saper di giocare
Avevamo pochi giocattoli, ma una fantasia infinita. Bastava mettere insieme 2 o 3 bambini e si poteva passare la vita a giocare: in giardino, in cortile, persino per strada. Avevamo gambe, braccia e cervello: le tre cose migliori da usare!
L’arte di avere fiducia
Se ci portavano a scuola, restavamo a scuola. Se andavamo in palestra, aspettavamo i genitori fino all’arrivo. Noi sapevamo che loro sarebbero giunti (prima o poi) e loro sapevano sempre dove trovarci. Senza connessioni, telefonate compulsive o messaggi su Facebook. Ci fidavamo.
Forse, a differenza di tanti ragazzini di oggi, avevamo semplicemente l’arte di essere bambini.
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