Tutte abbiamo trascorso nove mesi ad immaginare l'arrivo del nostro cucciolo. Io mi vedevo portarlo a spasso, mentre dormiva beato, nell'elegante trio che avevo comprato. Sarei tornata una 42 appena uscita dall'ospedale (dai diciamo in un mesetto) e tutto sarebbe stato fantastico.
Ma è proprio tutto così come l’avevamo sognato?
Credo proprio di no…e allora vi racconto 4 cose sulla prima uscita con il neonato che nessuno vi ha mai detto!
Prima uscita con il pargolo: l'attrezzatura
1. Immaginazione: il Trio si è rivelato davvero un ottimo acquisto! Pratico, veloce da aprire e chiudere, con due mosse lo carichiamo nel portabagagli. È davvero leggero! Possiamo arrivare subito ai giardinetti o dove fare la passeggiata.
Realtà: questo maledetto Trio ci è costato una barca di soldi e già lo odiamo. Per aprirlo e chiuderlo serve una laurea con specializzazione, va smontato in venti pezzi che poi lo dobbiamo riassemblare in mezzo alla strada. Nel portabagagli non ci sta: anche perché noi non ce l’abbiamo un portabagagli nella macchina. E a che serviva, quando eravamo da sole? Dobbiamo quindi legarlo davanti come fosse un passeggero, oppure occupare tutto il retro. Che poi non c’entra il figlio. Alla fine tre chilometri dai giardinetti lo facciamo a piedi.
Prima uscita con il pargolo: la passeggiata
Immaginazione: il piccolino ha mangiato, è cambiato, pulito e dorme come un angelo. Lo carichiamo in macchina o partiamo a piedi, verso una rilassante passeggiata.
Realtà: lo abbiamo appena sfamato, cambiato, non ha dolori, non gli manca niente eppure urla come una sirena. Non appena lo adagiamo sulla navetta raddoppia gli strilli. Lo solleviamo e smette. Lo appoggiamo e ricomincia. Quando piange un po’ meno riusciamo a caricarlo in macchina. Attimo di silenzio: il pannolino è di nuovo pieno. Ritorniamo al via e ricominciamo da capo.
Prima uscita con il pargolo: la nostra forma fisica
Immaginazione: a qualche settimana dal parto abbiamo praticamente riconquistato la forma fisica, a parte un po’ di pancetta (fisiologica) e due taglie di reggiseno in più. Camminando ci specchiamo nelle vetrine con un certo orgoglio.
Realtà: la forma fisica pre gravidanza non è solo un miraggio, ma abbiamo anche smesso di ricordarci quale forma avessimo prima del pargolo. La montata lattea ha trasformato la nostra terza in un'ottava: praticamente è come girare con una mensola dell'ikea appoggiata sotto al mento. Abbiamo l’armadio pieno di abiti che ovviamente non ci stanno e l’unica soluzione e mettere le stesse cose dell’ultimo mese di gravidanza. Quando passiamo davanti ad una vetrina che ci riflette, acceleriamo il passo.
Prima uscita con il pargolo: gli "amici"
Immaginazione: ai giardinetti incontriamo qualche conoscente. Ci fanno i complimenti, ci dicono che il bambino è bellissimo ed è il nostro ritratto, e che noi siamo raggianti. Ci sentiamo la regina del mondo.
Realtà: dopo aver faticosamente raggiunto la meta, facciamo la famosa passeggiata e ci sistemiamo su una panchina. I conoscenti ci dicono, nell'ordine: che bel maschietto! (ed è una femmina, vestita di rosa, in un passeggino fucsia), dai non preoccuparti, quando crescono diventano più belli, ehi, è proprio il ritratto di tua suocera!! I più distratti, che non notano il passeggino, ci chiedono a quando il lieto evento. Ci sentiamo come balena spiaggiata sulla spiaggia, circondate
Insomma l'unica a cui sarebbe calzata la parte dell'immaginazione è proprio la meravigliosa Kate: noi ci mettiamo un po' di più a metabolizzare tutto...ma alla fine sarà tutto (quasi) perfetto!
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