(Ricevo e pubblico la testimonianza di mamma Annalisa e della sua esperienza con la TIN. Un abbraccio a tutte le mamme e i papà che vivono giornalmente questi momenti!)
Mi sono fatta e rifatta questa domanda mille volte., ma poi mi sono guardata intorno e ho visto altre mamme, altri papà, altri nonni che aspettavano in corridoio.
Però poi la domanda torna, “perchè proprio a me?”.
Perché non ho avuto una gravidanza normale? Perchè il mio bambino, proprio il mio, doveva stare qui e non lo posso portare a casa subito, com’è successo a tutte?
Perchè le altre mamme hanno a che fare con il bip della lavatrice fra una poppata e l’altra, mentre nella mia testa rimbomba solo il bip continuo del saturimetro?
Poi ti guardi intorno di nuovo.
Mio figlio è piccolo piccolo, per questo mi trovo qui. Ci troviamo qui.
Mio figlio è piccolo piccolo e a dirla tutta, non è neanche l’unico problema che abbiamo. Ma adesso non ci pensiamo, ora siamo qui.
E siamo tutti sulla stessa barca.
La barca del settimo piano, siamo quelli della T.I.N.
Accomodatevi.
Suonate, presentatevi, igienizzatevi le mani e avvicinatevi alla culla del vostro pulcino.
Lasciatevi guidate dai medici, dalle infermiere e infermieri, angeli in incognito. Anzi, in camice. Avranno sempre sorrisi per voi.
Noi invece non siamo né medici né infermieri.
Siamo genitori di un bambino nato prematuro, con un ricovero di 86 giorni.
E voi non siete soli.
Quando farete la marsupio terapia per dare al piccolo il biberon, vi sembrerà di volare. Allo stesso tempo però, avrete paura di romperlo. Una cosa che succede a tutti i genitori, anche quelli di un bimbo nato a termine. Almeno in questo, siamo come gli altri.
Quello che quando sei in TIN non ti puoi permettere invece, è di prenderlo in braccio come, quando e quanto vuoi. Ci sono tempi da rispettare, tubicini a cui stare attenti, persone che ti dicono cosa fare con tuo figlio.
E all’inizio non la prendi mica tanto bene.
Poi però capisci che ti devi fidare. Lo devi a tuo figlio. Lo devi al tuo compagno, e lo devi anche a te stessa, proprio te che nella vita ti sei fatta aiutare poco poco, rispondendo sempre a tutti un “sono fatta così”.
E io di cose ne ho capite tante, ma la più importante è stata questa.
NON SONO SOLA.
Ho la fortuna di avere un grande Uomo al mio fianco, una famiglia, e degli amici formidabili.
Queste righe nascono per farvi sapere che non siete soli. Che siamo qui.
E per dirvi che in TIN vi basterà allargare un po’ le braccia, e magicamente la vostra famiglia diventerà un po’ più grande.
Aiutata dalla penna di Vania Leone.
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