L'altro giorno guardavo un paio di deliziose calze rosa di Matilde con stampati un tripudio di cuori luccicosi e ho fatto un viaggio nel tempo.
Sono tornata indietro di 35 anni e mi sono ritrovata a pensare a come mi vestivo io alla sua età. Che poi probabilmente era anche quello che vi mettevate voi. Carla Gozzi sarebbe probabilmente defunta sul colpo a guardare il nostro guardaroba: ed effettivamente siamo delle sopravvissute.
Sopravvissute alla sottoveste
Non so voi ma io da piccola avevo la sottoveste. Che grazie a Dio si è estinta prima che iniziassi le elementari. La sottoveste, di un sintetico che solo a guardarla prendeva fuoco, era in pratica un sostituto leggere della canottiera. Comoda con i vestiti, diventava drammatica quando, per sbrigarsi, ti facevano un veloce cambio d'abito con i pantaloni e tentavano di infilarla alla meglio lì dentro.
Sopravvissute ai calzini traforati
Potevano essere lunghe o corte, le calze traforate erano un must del nostro abbigliamento. Rigorosamente bianche ( o almeno nel mio paesino di provincia non si è mai avuta notizia di calze traforate colorate) avevano la straordinaria capacità di essere fastidiosamente calde senza in realtà scaldarti. Anche perchè voglio dire un segreto alle mamme di trent'anni fa "DA QUEI CACCHIO DI BUCHI PASSAVA L'ARIA". E l'acqua. E qualsiasi altro evento atmosferico.
Sopravvissute alla canottiera di lana con le maniche lunghe
C'è stato un tempo in cui la scienza non aveva ancora spiegato alle madri un assunto fondamentale: l'importante è tenere caldo il tronco, che i polsi non contano. E allora ci ritrovavamo a mettere ste canottiere, con sopra la maglia, con sopra il maglione , il tutto infilato al volo nel grembiule. E quindi per effetto del risucchio del grembiule stesso ci ritrovavamo con tutto ammucchiato sugli avambracci, e andavamo a scuola sembrando Barbie culturista.
Sopravvissute agli scarponcini ortopedici
Questa è una chicca non per tutte. Avendo avuto fin da piccoli i piedi valghi, i miei poveri genitori investivano ogni anno in un paio di scarponcini ortopedici. Comodi come un pomeriggio in ginocchio sui ceci. Femminili e delicati come una partita di rugby. In mezzo alle mie compagne con le decoltè di vernice, all'asilo io sembravo la ruspa di Bob l'Aggiustatutto. Una di quelle cose che ti segnano: sarà per questo che (almeno fino all'arrivo dei figli) non sono più scesa dai tacchi a spillo.
Sopravvissute alla frangetta con la permanente
Il tempo è passato e non siamo più all'Asilo. Le madri hanno inizato a portarci dal parrucchiere, con risultati discutibili se non drammatici. Io spero che esista un girone speciale, all'inferno, per il primo che si è inventato la frangetta cotonata. E sono vicina a tutte quelle che da liscie erano trasformate in ricce per volere superiore e viceversa. Mia madre, da sempre tifosa della versione nature, ha rinunciato presto ad avere qualsiasi controllo sull'ingovernabile chioma mezza liscia e mezza riccia e mezza non si sa come che avevo da ragazzina.
Sopravvissute al look "NATURALE"
Io sono da sempre un po' diffidente di chi esalta tanto la natura. Perchè le mie sopracciglie, al naturale, non erano il massimo. E invece la maggior parte delle nostre mamme (i papà vivevano nel loro mondo) durante i terribili anni '80 e gli sconvolgenti anni 90, a parte qualche fulgida illuminata, erano dell'idea che sopracciglie foltissime, baffi alla Magnum PI e gambe da Foresta Vergine fossero il non plus ultra. Per non dire della combo devastante calzino traforato + gambe non depilate: una cosa da bloccare la crescita a chiunque.
Le giustificazioni erano sempre le stesse:
Se inizi, dovrai farlo per sempre - Sei ancora piccola - Quelle che si depilano non sono ragazze serie.
Ovviamente avevano la certezza che nessun ragazzino si sarebbe mai avvicinato ad una che aveva più baffi del padre: e cercavano di tenersi strette per più tempo possibile le loro amate scimm ehm bambine.
Le foto di quell'epoca mi fanno una tenerezza infinita (mentre mio marito continua a chiedere incredulo se sono proprio io) con le madri che cercavano di trattarci da bambine anche quando eravamo ormai irrimediabilmente diventate grandi. Il che era un po' un proteggerci, e un po' non arrendersi al tempo che passa.
E un po' è la stessa cosa che facciamo noi mamme adesso: solo che lo facciamo con più stile!
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