La lunga notte da mamma ti aspetta al tramonto, quando gli occhi degli altri si chiudono e tu continui a vegliare un bimbo da calmare e coccolare. Quando le tue braccia continuano a sorreggerlo anche se la stanchezza è tanta e ti chiedi se ce la farai a passare un’altra notte così.
La lunga notte di una mamma è fatta di passaggi da una stanza all’altra con una testina appoggiata alla spalla, è fatta di biberon da scaldare o di seni che non smettono di fare male.
La lunga notte di una mamma è un mare di silenzio, rotto da solo da sospiri e a volte da pianti. E’ ballare con un bimbo in braccio sperando che la colica passi, è avere gli occhi lucidi perché se sta male lui stai male anche tu.
La lunga notte di una mamma è un vortice infinito di minuti, di secondi che passano lentissimi, di coperte rimboccate e di tazze di tisana. A volte ci sono le chiacchiere notturne, a volte si va a leggere la pagina della blogger preferita, per sapere come ha fatto a non dormire per anni e sopravvivere.
E nessuno sa davvero com’è la lunga notte di una mamma finchè non la vive sulla sua pelle. E pensi con rimpianto a tutte le ore in cui potevi dormire e non hai dormito, maledetta discoteca. E ti chiedi che ne sarà domani di te.
Ma il domani non arriva: è un presente infinito che si avvita su se stesso e chiude il suo cerchio sulla poltrona dove siete voi due, abbracciati e svegli. Oppure lui che dorme, e tu che smetti di respirare, per paura che ricomincia a piangere.
La lunga notte delle mamme a volte è lunga anni: e ci sono le coliche e i denti, e ci sono le influenze e i virus.
Poi piano piano ricomincerai a dormire. Ma non resisterai, e quando sono a letto e tu ancora giri per casa e loro sono a caccia di sogni nei loro lettini, ad andare a vedere se va tutto bene. A posare un bacio leggero sulla guancia profumata. Ad osservare le emozioni che si rincorrono dietro le palpebre chiuse. A sentirli chiamare mamma, perché magari nel sogno, insieme a loro, ci sei anche tu.
Eppure, alla fine di tutto, una mattina ti svegli e tuoi figli vanno già a scuola. Ora dormi qualche ora in più, le occhiaie nere se ne sono andate. A volte non resisti e la notte ti alzi e vai dare un’occhiata: rimbocchi una coperta, fai una carezza. Tra qualche anno avrai dei letti vuoti.
E ti rendi conto, ancora una volta, che quel tempo è passato in un soffio.
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