È lì in piedi davanti a te e ti guarda con gli occhi accesi di speranza: mamma mi fai un disegno? Ti tiene il foglio aperto con le mani e in una stringe pure la matita. Ha la stessa faccetta di Anna che chiede ad Elsa, dai fai la magia, fa la magia. Tu ti asciughi le mani, oppure sposti il computer, ti porti il ciuffo di capelli dietro l’orecchio e partite per un viaggio.
Perché mamma mi fai un disegno, è una frase che suona un po’ come apriti sesamo di Aladino: le porte dell’immaginazione si spalancano e ne escono buffi dinosauri (tutti uguali, tutti plesiosauri che quelli sappiamo fare) ne escono paesaggi e camion dei pompieri e uno stuolo di principesse.
Rapunzel e Elsa come se piovesse. Mamma mi fai un disegno è la frase da usare per invitare gli ospiti, quelli immaginari, su di un foglio bianco e un po’ stropicciato, da colorare, ritagliare e poi incollare sul cartoncino. È la frase con cui tuo figlio bambino vuole vedere cosa c’è nella tua testa, e soprattutto farti vedere cosa c’è nella sua. È un modo per stare vicini, gomito a gomito, senza pensieri, concentrati sullo stesso lavoro come due adulti…o come due bambini.
È la magia di una nascita che puoi far ripetere ogni giorno, davanti agli occhi estasiati del piccolo. Estasiati anche se si tratta di una casa storta o di un cavallo che sembra una pecora: loro ti diranno sempre…ma è bellissimo!!! E correranno a colorarlo dei colori più improbabili. Poi piano piano lui o lei crescono: e allora quel foglio di carta e quella matita diventano uno specchio magico che ti permette di vedere oltre i loro pensieri.
Allora mamma mi fai un disegno diventa mamma ti ho fatto un disegno: un dono prezioso da conservare e appendere sul frigorifero. Ma per noi è come se fosse esposto al Louvre.
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