L’altra sera ho preso Matilde a cavalluccio sulle spalle per accompagnarla a dormire: lo faccio fin da quando era piccola. A volte sono un unicorno, a volte un trenino, e ridiamo tantissimo. Per andare in cameretta siamo passate davanti ad uno specchio. Mamma, mi ha detto sorpresa, ma quanto sono lunghe le mie gambe! Ma come è potuto succedere? Allora ho guardato l’immagine riflessa, il suo faccino stupito con le code che mi guardava, e quelle gambe lunghe lunghe che sbucavano da sotto i pantaloncini del piagiama e me lo sono chiesta anche io.
Quando è successo? Dove sono andati a finire questi 8 anni? Anzi, quasi 8, che manca meno di un mese al suo complanno. Dove sono le notti insonni, la prima parola, la prima volta che mi ha stretto le braccia al collo? Dov'è il primo giorno di scuola, il suo grembiulino, il primo passo fatto traballando, lei che mangia il gelato per la prima volta e ne vuole ancora.
Poi ho pensato che tutto è finito nella stanza dei ricordi. Credo che ogni mamma e ogni papà abbiano una stanza dei ricordi. Quando siamo soli ed entriamo e ci mettiamo seduti e ci sembra di ri-sentire tutto: i primi pianti, le loro voci, il loro profumo. A volte è come se mi affacciassi per vedere Matilde gattonare, per osservare Tommaso con i suoi ricci bondissimi e la mani cicciottine strette nelle mie, il giorno che io e suuò papà ci siamo sposati.
Ogni genitore sa cosa può trovare nella sua stanza dei ricordi, e quanto è prezioso quello che conserva lì dentro. Tutto il passato, tutto l'amore già donato, i dolori vissuti, i momenti bellissimi. Quanti compleanni, quanti abbracci, quanti baci, quante lacrime, quante notti insonni conserviamo lì dentro. E vorremmo trascorrerci davvero tanto tempo: poi da fuori qualcuno ci chiama: è il presente. Sono i figli che stanno crescendo che vivono ogni attimo e hanno bisogno di noi. Allora salutiamo i nostri bellissimi ricordi, certe che ogni tanto (o spesso) torneremo a trovarli.
E volgiamo il nostro cuore al presente.
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