Matilde è una nuvola-bambina, una di quelle piccole nubi tenerissime e candide che verrebbe voglia di toccare quando ci passeggiano sopra la testa. Nuvola nei capelli ricci, che come un’aureola cangiante le svolazzano intorno al viso durante le sue mille occupazioni.
Nuvola nelle guance morbide e tonde, tessute con la trama e l’ordito dell’amore mio e di suo padre. Una nuvola spesso carica di pioggia, nei suoi scoppi umorali e imprevedibili che trasformano l’agnellino in leonessa. Una piccola nube che vive di biscotti e carezze (in quest’ordine) che quando viene presa in braccio deve sempre simulare uno svenimento con mano abbandonata sulla fronte, che principesse si nasce e lei modestamente lo nacque. Una nuvoletta che con la sua bacchetta magica cerca di cambiare la realtà a suon di abracadrabra, per poi rimboccarsi le maniche e passare alle vie di fatto. Una tenera nuvola che poco più di tre anni fa ha preso vita dal mio corpo e che oggi ha lo spirito di una guerriera indomita sotto due ciglia che sfarfallano, consapevole già di un fascino che non va preso troppo sul serio. E mentre qualche giorno fa l’abbracciavo sul divano e facevamo naso naso mi sono paralizzata pensando a quando quel sorriso svanirà dietro le ubbie da adolescente, a quando si sentirà troppo grande per fare zucca-zucca come adesso. A quando sarà arrabbiata o delusa da me. A quando non saremo più madre e figlia, ma due estranee che si guardano storto per un ragazzo o per una vacanza negata. E così le ho fatto promettere che qualsiasi cosa accada noi ci vorremo bene. E continuerò a ripeterlo e ripeterlo: e chissà forse da grande, la mia Nuvola se lo ricorderà. Quale che sia il cielo in cui deciderà di navigare..
Commenti