Il parto prematuro o parto pretermine è definito dall’insorgere di contrazioni dolorose, ritmiche e ripetute che portano a dilatazione del collo uterino e nascita del feto prima della 37° settimana di gestazione.
Interessa itra l'8 e il 12 % delle gravidanze ed è causa di elevate morbilità e mortalità neonatale e di importanti sequele patologiche a distanza di tempo.
Cause e fattori di rischio
Attualmente si ritiene che il parto pretermine sia una sindrome legata alla risposta infiammatori uterina, in quanto è proprio l’attivazione delle prostaglandine della matrice del sacco amniotico e del muscolo uterino a innescare le contrazioni e le modificazioni del collo dell’utero. Questa situazione può essere determinata da vari fattori, quali:
- 1. Stress materno;
2. Infezioni placentari o del sacco amniotico;
3. Ridotta perfusione tra utero e placenta.
Altre cause che posso portare a un parto prematuro sono:
A. Fattori ostetrici: poliabortività, pregressi parti prematuri, infezioni ricorrenti del tratto genito – urinario;
B.Fattori ginecologici: conizzazione, dilatazione o raccorciamento del collo uterino già dalla 30° settimana, contrazioni uterine, malformazioni uterine, fibromatosi uterina, pregressi interventi all’utero;
C. Fattori socio – economici e comportamentali: età materna estrema, stato di denutrizione, anemia, fumo, alcol, droghe;
D.Complicanze della gravidanza: gravidanza gemellare, gestosi, rottura prematura delle membrane, placenta previa, ritardo di crescita intrauterino, poliidramnios (eccesso di liquido amniotico), distacco di placenta, malformazioni fetali, morte fetale, traumi e chirurgia addominale.
Cosa si fa se si rischia un parto pretermine?
La prevenzione primaria consiste nell’evitare, da parte della donna, quanto meno in gravidanza, tutti quei fattori di rischio elencati in precedenza. Da parte dell’operatore identificare la donna a rischio di parto pretermine e adottare le opportune terapie di trattamento, che sono:
- Per la gestante:
o Terapia tocolitica: cioè una terapia farmacologica che ha lo scopo di fermare l’attività contrattile uterina;
o Terapia antibiotica: sempre una terapia farmacologica, volta ad eliminare quelle infezioni che potrebbero poi portare a una rottura prematura delle membrane o all’innescarsi dell’attività contrattile uterina;
o Cerchiaggio: terapia chirurgica che si utilizza nei casi in cui sia già presente una dilatazione del canale cervicale.
- Per il feto:
o Terapia steroidea: terapia farmacologica che consiste in un ciclo di steroidi, che hanno lo scopo di favorire la maturità polmonare fetale.
Spesso i bambini prematuri sono destinati a passare le prime settimane della loro vita alla TIN (Terapia Intensiva Neonatale) un’unità operativa che fornisce loro le cure speciali di cui hanno bisogno; questo ha un forte impatto a livello psicologico nella coppia, vedere i loro figli dentro le incubatrici, collegati a monitor e mille tubicini, può generare senso di frustrazione rabbia e impotenza, richiedendo spesso lunghi tempi di elaborazione ed accettazione.
Spesso questi reparti dispongono di psicologi che possono aiutare i genitori a superare le difficoltà che il parto prematuro gli mette di fronte.
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