La pipì a letto è un problema che caratterizza le notti di molti bambini ed è un fenomeno più comune di quanto si possa pensare, benché talvolta venga nascosto e non sia sempre affrontato dalle famiglie.
Il controllo sfinterico viene raggiunto solitamente verso i 2-3 anni, per cui bagnare il letto a questa età è fisiologico; è giusto iniziare a interrogarsi sull’evento e non sottovalutarlo quando questo si presenta, con una certa frequenza e persistenza, dopo i 5 anni. In questo caso parliamo di enuresi notturna, cioè lo svuotamento completo della vescica in maniera involontaria che avviene mentre il piccolo dorme.
Va però sottolineato che le tempistiche con cui ogni bambino acquisisce le competenze evolutive sono assolutamente soggettive e, quindi, anche l’apprendimento del controllo degli sfinteri può essere una tappa vissuta in modo completamente unico. Sicuramente, è bene che i genitori non facciano percepire pressioni o fretta, perché questo potrebbe portare solo a peggioramenti facendo insorgere nel proprio figlio ansia e vissuti di inadeguatezza.
Nella maggior parte dei casi c’è una remissione spontanea dell’enuresi e le origini di quest’ultima possono essere molteplici: un semplice ritardo nell’imparare a non fare la pipì a letto, un problema fisiologico o il tentativo di comunicare un disagio psicologico.
Inoltre, è necessario fare una distinzione tra enuresi primaria e secondaria: nel primo caso, il bambino non ha ancora mai raggiunto un completo controllo degli sfinteri; nel secondo, il controllo è già stato acquisito per almeno 6 mesi, ma viene perso successivamente. Questa regressione può essere ricondotta a più cause, come la nascita di un fratellino, l’ingresso a scuola, un lutto o un trasloco, e questo comportamento viene letto così come espressione della difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti imposti dalla crescita o ad affrontare determinati eventi stressanti.
Quindi, una volta esclusa una possibile causa organica, dobbiamo pensare al fare la pipì a letto come a una vera e propria richiesta di attenzione, un appello rivolto alle figure di riferimento. Ecco che il bambino ci sta parlando di sé, ci racconta come si sente attraverso il proprio comportamento! Per questo, il consiglio per i genitori è quello di non sottovalutare i segnali che il figlio invia, ma parlare, dedicare tempo e spazio ai suoi dubbi e domande, perché i bambini hanno bisogno della guida genitoriale per conoscere e sperimentare il mondo che li circonda.
Può accadere, invece, che i genitori non ne parlino per vergogna e che l’enuresi finisca per diventare un problema che non esiste, portando così a un circolo vizioso. Oppure, potrebbe essere colta dalla famiglia solo quando diventa talmente ingestibile – a causa delle limitazioni nelle attività del bambino, come una gita scolastica o dormire una notte fuori – che non si può fare a meno di rivolgersi a uno specialista.
L’incontinenza viene vissuta dal piccolo come un disagio, che causa imbarazzo e frustrazione, oltre che conseguenze a livello psico-fisico e sulla vita sociale: a volte, il rischio è di perdere fiducia verso se stessi e di provare un senso di inferiorità verso i coetanei. Quindi, è fondamentale non farlo sentire in colpa o ricorrere a punizioni, anche perché si tratta di qualcosa che non dipende davvero da lui!
È molto importante, invece, aprire un dialogo, fargli percepire il sostegno e la comprensione di mamma e papà, accompagnarlo nelle difficoltà del “diventare grande” e offrire spiegazioni e rassicurazioni. Per esempio, può essere utile dire che ci sono tanti altri bambini che hanno lo stesso problema o fargli capire che sono cose che possono capitare.
E a livello pratico? Fare la pipì prima di andare a dormire dovrebbe diventare un’abitudine per il bambino; o ancora, ricorrere a traversine usa e getta o evitare di bere bevande a base di caffeina la sera sono altri consigli che potrebbero essere di aiuto.
Ma l’aspetto che davvero conta è dimostrarsi disponibili, positivi e trovare la soluzione più adeguata insieme al proprio figlio!
Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus
Via Amedeo D’Aosta, 6 – Milano
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