C’era una volta un batuffolo di bimbo, tutto ricci e fossette. Aveva una vocetta acuta e camminava in maniera traballante, chiamando a tutta forza il Potita, il suo animale preferito. Adorava i dinosauri e giocare con l’acqua. E già mi sembrava così diverso dal cucciolo spaurito che mi aveva trasformato in una mamma, tutto occhi e bocca, un piccolo astronauta venuto chissà da dove a rivoluzionare le nostre vite. Stamattina, invece, guardo pensierosa questo ragazzino di sei anni che ancora dorme, tutto braccia e gambe, pronto tra poco a gustare a grandi morsi il giorno del suo compleanno. E ho un po’ la sensazione di essere in riva al mare, e di tentare di afferrare la sabbia bagnata con le mani, mentre tutto mi scorre tra le dita. Abbiamo trascorso insieme 2191 giorni: un’ eternità. E iniziamo solo adesso a conoscerci. Cioè io penso di sapere tutto di lui, delle sue dita sottili, dei suoi occhi cangianti, del neo che ha sulla guancia,,, Eppure ogni giorno mi stupisci con la tua saggezza e la tua sensibilità, e ogni volta che scopro qualcosa di speciale me lo metto da parte, come un vetro colorato pescato sulla spiaggia. Se mi guardo indietro vedo le impronte più profonde e semi cancellate dall’acqua, di quando ancora ti portavo in braccio, e poi più vicini i segni dei tuoi piedini che camminano accanto ai miei. E spero, lo spero davvero, di potere un giorno osservare con orgoglio i tuoi passi che si allontano, felici e sicuri su questa spiaggia ideale, pronti ad andare verso tutte le albe meravigliose che ancora avrai. Auguri figlio mio. .
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