Premessa: il Bullismo
Amnesty International definisce il bullismo come una violazione dei diritti umani. Non è uno scherzo, un gioco, una ragazzata: ma un’azione pensata e pianificata che va a ledere il diritto degli altri. Di bullismo si muore: e anche se si riesce a sopravvivere, i segni (dentro e fuori) resteranno per sempre.
Cyberbullismo: di cosa si tratta?
Il web è un luogo ricchissimo di possibilità; serve per giocare, per informarsi, per lavorare. Allo stesso tempo però ci sono dei rischi concreti, se non se ne fa un buon uso. Uno di essi è il cyberbullismo.
La prima cosa da imparare è che la vita offline e quella online coincidono: un comportamento scorretto online può avere ripercussioni anche nella vita reale. Quando si fa cyberbullismo? Quando si utilizzano le nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio, escludere o in genere trattare male altre persone. Sono diversi i mezzi che possono essere utilizzati in questi casi:
- Telefonate
- Messaggi (con o senza immagini)
- Chat sincrone
- Social network (per esempio, Facebook)
- Siti di domande e risposte
- Siti di giochi online
- Forum online
Attraverso questi mezzi si possono danneggiare gli altri in tanti modi diversi:
- Con i pettegolezzi diffusi attraverso messaggi sui cellulari, mail, social network;
- Postando o inoltrando informazioni, immagini o video imbarazzanti (vere o false che siano);
- Rubando l’identità e il profilo di altri, o costruendone di falsi, al fine di mettere in imbarazzo o danneggiare la reputazione della vittima;
- Insultando o deridendo la vittima attraverso messaggi sul cellulare, mail, social network, blog o altri media;
- Facendo minacce fisiche alla vittima attraverso un qualsiasi media.
Cyberbullismo: da cosa si caratterizza?
Il cyberbullismo è caratterizzato da:
Accessibilità: il bullo può raggiungere la vittima in qualsiasi momento esso sia connesso.
Assenza di empatia: il bullo non vede direttamente le reazioni della vittima, e quindi il suo livello di autocontrollo di abbassa bruscamente.
Persistenza: una volta pubblicato del materiale che diffama su internet, difficilmente potrete rimuoverlo.
Pubblico infinito: il danno non si limita ad una classe, ma tutto il mondo può diventarne spettatore.
Tutti diventano cyberbulli: chiunque vede un episodio di bullismo online, lo condivide o ci si fa una risata, è complice.
Adulti non capiscono: spesso i genitori e gli insegnanti non capiscono la gravità della situazione.
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Quali conseguenze per vittime e cyberbulli?
Il bullismo può mettere in pericolo sia la salute che la vita delle persone. Provocata stai di ansia, depressione e si può arrivare al suicidio. Le conseguenze però coinvolgono anche i cyberbulli, che possono essere maggiormente a rischio di sviluppo di comportamenti antisociali e di problemi relazionali, delinquenza, abuso di sostanze e suicidio.
Cyberbullismo: Come difendersi?
Più la vittima è giovane meno riuscirà a reagire agli attacchi da parte dei cyberbulli. E’ allora importante lavorare in un contesto di prevenzione, in modo che bambini e adolescenti sappiano reagire adeguatamente contribuendo a troncare sul nascere episodi di cyberbullismo.
Cyberbullismo: I Consigli di Kaspersky
Anche l’azienda russa Kaspersky Lab ZAO più nota come Kaspersky, fondata nel 1997 da Evgenij Kasperskij e specializzata nella produzione di software progettati per la sicurezza informatica è scesa in campo contro il cyberbullismo, rivolgendosi proprio ai più piccoli.
E ha iniziato a sensibilizzare i bambini usando la figura dell’orso che Kuma, che protegge i piccoli protagonisti del libro “Kasper, Sky e l’orso verde” e con un fantastico calendario dell’avvento formato da tante scatoline colorate che all’interno ospitano biglietti che danno utili indicazioni.
Ecco alcune delle frasi che abbiamo letto in questi giorni:
“Custodisci la tua vita privata anche online”
“Tieni segrete le tue password”
“Prendetevi del tempo per ascoltare”
“Educa i tuoi figli affinchè non offendano nessuno”
Insomma la prima lotta al cyberbullismo parte proprio dall’educazione dei nostri ragazzi. Siete d’accordo?
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