Ve l’ho mai detto? Tra me e mio marito corrono 8 anni di differenza. Se fossi più giovane io, magari non ci sarebbe nulla da raccontare: e invece il più giovane è lui. 30 anni appena compiuti e nuovi di zecca (lui), 38 anni (quasi 39, quasi 40) io.
Ne aveva 22 (lui), quando l’ho conosciuto, ma saranno stati i baffi, sembrava più grande. Ne avevo 30 già compiuti (io) ma sarà stato il trucco e parrucco della serata con le amiche, sembravo più giovane. E uscivo da una storia di quelle brutte brutte, col presunto uomo della mia vita che un giorno in macchina si gira verso di me e annuncia: non ti amo più. E poi mi porta a cena e al cinema con gli amici, che tanto che gli frega, mica è lui che soffre. E poi si scopre che se la faceva con la cubista vestita da coniglietta, già una settimana dopo che mi aveva chiesto di sposarlo. Ma vabbè è un’altra storia. E poi arriva lui. Così bello che non avevo nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia: e quando tutto sembra perfetto, scopriamo che nell’anno in cui è nato, io avevo già iniziato a scrivere le mie prime poesie. Tutto sbagliato, tutto da rifare, avrebbe detto Bartali. E invece no: era tutto giusto. Eravamo così assolutamente diversi, ma così totalmente adatti l’uno all’altra, che avrebbe potuto essere una passeggiata. E invece è stata una gran salita. E sapete perché? Perché la gente giudica. E a perderci è sempre la donna. L’ Ammaliatrice. La Circe. La Cougar. Quella che vuole garantirsi un bastone per la vecchiaia. Quella che vuole fare la splendida col toy boy. E immediatamente ogni tua qualità, la cultura, la bellezza, qualsiasi cosa abbia da offrire si polverizza di fronte al fatto che lui è più giovane. E tanto sei solo una storiella. E ti tradirà. E ti lascerà. E se anche durasse sarà sempre meno maturo di te. E quando l’”immaturo”, alla notizia dell’arrivo di Tommaso, invece di scappare in Brasile, mi ha risposto: mi hai reso l’uomo più felice del mondo, ho capito che la grandezza della gente non si misura in anni. Si misura in abbracci. Quello meraviglioso che mi ha dato quando eravamo ancora il papà e la mamma di un chicco di riso chiuso in me, quello che mi dà ogni volta che la depressione mi lascia addosso i suoi graffi, quelli che dà ai suoi figli adorati. E quelli che continuerà a darmi: anche se mi ricordo un paio di Mondiali più di lui.
Commenti
Grazie Maddalena!!!!!
Che bel post, Dany...Siete una bellissima famiglia.