Ci sono momenti cruciali nella vita di un bambino e dei suoi genitori: e dover confessare che Babbo Natale non esiste è uno di questi.
Intorno ai sei o sette anni, il bimbo inizia a diventare più consapevole della realtà che lo circonda, e anche attraverso la scuola entra in contatto con bambini che questa scoperta l’hanno già fatta. Come comportarsi allora?
Le tesi sono contrastanti: ci sono genitori che preferiscono non dire nulla e aspettare che sia un caso fortuito a portarli alla scoperta della non esistenza di Babbo Natale, e altri che invece decidono di assumersi di persona la responsabilità di dire tutto.
Per assurdo che sembri, gli psicologi optano per la prima scelta: e suggeriscono che in questo modo il genitore va a tutelar la sua credibilità
E comunque questa credibilità viene messa in gioco: noi abbiamo detto che lui esiste, e invece non è vero. E molti di noi ricordano bene il dispiacere di aver dovuto scoprire che Babbo Natale era solo fantasia.
Come fare allora a dire che Babbo Natale non esiste?
Adesso che i bambini sono abbastanza grandi, davanti ad una domanda diretta si potrebbe chiedere cosa ne pensano loro. E poi rispondere di conseguenza.
Si potrebbe suggerire che Babbo Natale ha troppi bimbi a cui pensare e che ha chiesto l’aiuto dei genitori per consegnare i regali a lui/lei.
Ma la cosa migliore sarebbe spiegare che abbiamo parlato di Babbo Natale perché fa parte della magia di questo periodo, perché era un modo bello per vivere un momento speciale. E che la cosa veramente speciale del Natale non è il signore in rosso, ma siamo noi, famiglia, che ci vogliamo bene, e che ci facciamo dei regali per dimostrare l’uno all’altro l’affetto che ci lega.
E voi cosa ne pensate?
Commenti