L’adolescenza costituisce un periodo di transizione in cui ragazzi e ragazze hanno a che fare con un gran numero di cambiamenti che coinvolgono il corpo, le aspettative, le relazioni e i pensieri. Questa fase è quindi caratterizzata da grande incertezza e confusione che riguardano e coinvolgono anche i genitori, i quali si ritrovano spesso con domande e preoccupazioni relative al rapporto con i figli, alle regole che questi ultimi vogliono ridiscutere e alle scelte che iniziano a fare in autonomia.
È normale e fisiologico che ci siano, in questa fase di sviluppo, dei periodi di “crisi”: questo termine non deve essere inteso solo nella sua accezione più comune di perturbazione profonda, ma è bene ricordare che significa letteralmente “separare” e “decidere”. Separazione, decisione e crisi sono infatti dei concetti profondamente legati che permettono di descrivere al meglio emozioni, vissuti e cambiamenti che interessano sia i ragazzi e le ragazze sia i genitori.
I figli iniziano ad affrontare sfide e problemi che non possono più essere risolti da mamma e papà, i quali si devono quindi impegnare a trovare un equilibrio tra fiducia e dubbio, tra permessi e divieti: è importante, cioè, che possano passare da una condizione in cui sono indispensabili a un’altra in cui, invece, sono disponibili nei riguardi degli adolescenti, rispettando le richieste di privacy e di non invadere i loro spazi.
Tra le principali fonti di ansia per i genitori possono esserci la poca comunicazione, le domande di autonomia e indipendenza, la chiusura nei loro confronti: non bisogna inoltre stupirsi del fatto che, in questo periodo, ragazzi e ragazze vogliano ridisegnare i confini anche all’interno delle mura di casa! La propria stanza diventa un luogo dove esprimere sé stessi, le passioni e i desideri, e i figli iniziano a chiudere le sue porte al resto della famiglia: cominciano infatti a chiedere di bussare prima di entrare, in quanto la questione della privacy diviene cruciale per loro. Per le ragazze, in particolare, anche il corpo rientra in questa sfera di privatezza e domanda ora – soprattutto ai padri con i quali, prima, si ha spesso una maggiore intimità – uno sguardo diverso da quello dell’infanzia: l’adolescenza è il corrispettivo psichico della pubertà, fase nella quale vi sono moltissime trasformazioni fisiche e il corpo, infatti, assume progressivamente i tratti e le sembianze di quello di una donna.
Soprattutto al giorno d’oggi, inoltre, i genitori sono preoccupati da ciò che i figli, all’interno delle mura della propria camera, possono trovare in rete e nelle interazioni sociali virtuali: dubbi e timori sono normali, ma è opportuno che non si tramutino in un’allerta continua! In questo senso è bene dare fiducia ai figli, senza però dimenticarsi del proprio ruolo di genitore che, anche con la crescita, non cambia: nell’accompagnare ragazzi e ragazze verso un utilizzo adeguato e consapevole delle tecnologie, offrire il proprio esempio ed essere dei modelli rispetto all’uso di internet e dei social network può quindi essere d’aiuto, oltre al fatto di mostrarsi disponibili ad ascoltare domande e difficoltà dei figli.
Infine, come accennato, uno dei temi centrali dell’adolescenza è la richiesta di autonomia, di fronte alla quale le mamme e i papà possono trovarsi spiazzati, posti in una condizione in cui non possono sapere tutto dei giovani, come invece accadeva in infanzia: consapevoli che i figli dovrebbero fare le proprie esperienze e trovare i loro limiti, sanno anche però che sono proprio i confini che a quest’età si tendono a superare e sfidare! Evitando intromissioni forzate e rigidi controlli, che rischiano piuttosto di generare maggiori trasgressioni, difese e resistenze, i genitori sono comunque chiamati a mantenere, con originalità, la loro posizione di riferimento e di modelli che siano in grado di indicare una delle possibili vie da seguire lungo il prezioso, e talvolta faticoso, sentiero della crescita.
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