La cardiotocografia (CTG), meglio conosciuta come monitoraggio, è un esame che serve a valutare il benessere materno- fetale a durante la gravidanza, travaglio e parto.
L’inizio del monitoraggio cardiotocografico in gravidanza è variabile nei diversi punti nascita, diciamo che orientativamente, nelle gravidanze fisiologiche, viene fatto per la prima volta intorno alla 39° settimana di gestazione; in caso di gravidanze patologiche può essere iniziato anche diverse settimane prima.
L’apparecchio cardiotocografico è costituito da due sonde: una sonda ad ultrasuoni registra la frequenza cardiaca (cardiografia) e contemporaneamente con un’altra sonda rileva la pressione dell’addome materno misurando le contrazioni (tocografia).
Monitoraggio: esame semplice e non invasivo
Quello del monitoraggio cardiotocografico è un esame non invasivo e molto semplice, la sua durata varia dai 20 minuti ad un ora, durante i quali futura mamma è seduta su una poltrona o distesa su un lettino.
Durante tutta la durata del monitoraggio attraverso un amplificatore interno dell’apparecchio la mamma può ascoltare il cuoricino del suo bambino.
5 i parametri valutati durante il monitoraggio
Durante il tracciato sono 5 i parametri che vengono valutati dal ginecologo e dall’ostetrica:
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La linea di base: la frequenza cardiaca deve oscillare tra 120 e 160 battiti al minuto;
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La variabilità: normalmente è intorno ai 10/15 battiti al minuto. Quando il bambino dorme la variabilità si riduce e in questo caso l’esame viene prolungato per valutare correttamente la frequenza delle pulsazioni;
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Le accelerazioni: devono essere presenti, superare i 5 battiti al minuto rispetto alla linea di base e durare più di 15 secondi;
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Le decelerazioni: non devo essere presenti perché possono identificare uno stato di ipossigenazione fetale;
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I movimenti fetali: devono essere sempre presenti in un tracciato normale.
Monitoraggio: il sistema più importante per valutare lo stato di salute del bambino
Durante lo stadio del travaglio il CTG è molto importante, in quanto permette di controllare come il bambino resiste allo stress indotto dalle contrazioni uterine, verificando sul nascere eventuali complicazioni di ipossia, che potrebbero richiedere poi l’intervento di un taglio cesareo.
Tutt’oggi il monitoraggio cardiotocografico rappresenta un’importante sistema di misurazione che permette al ginecologo e all’ostetrica che effettuano l’esame, di trarre informazioni molto importanti riguardo lo stato di salute del bambino.
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